Il Papa interverrà con un videomessaggio a The Economy of Francesco, evento internazionale che ha come protagonisti giovani economisti e imprenditori di tutto il mondo, che si terrà dal 19 al 21 novembre in diretta streaming sul portale
A confermarlo è stato Luigino Bruni, ordinario di Economia politica presso la Lumsa e responsabile scientifico, durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa.
Un appuntamento fortemente voluto dal Papa che in occasione della festa di San Giuseppe Lavoratore del 2019 lanciò un appello ad economisti, studenti, imprenditori ed imprenditrici. L’obiettivo: operare un cambiamento “dal basso” per una economia globale più giusta, fraterna inclusiva e sostenibile, senza lasciare nessuno indietro.
L’appuntamento era previsto dal 26 al 28 marzo 2020 in presenza ad Assisi, ma a seguito dell’emergenza Covid è stato posticipato dal 19 al 21 novembre in diretta streaming.
Il successivo incontro, in presenza, si terrà sempre nella città di San Francesco ed è previsto in autunno 2021, quando le condizioni sanitarie permetteranno di assicurare la partecipazione di tutti.
IN DIALOGO
Sono 2000 i giovani iscritti, provenienti da 120 Paesi. Assisi ospiterà la “regia” dell’evento e i collegamenti in diretta dai luoghi storici francescani dove giovani economisti e imprenditori saranno in dialogo con figure di fama internazionale – tra cui il premio Nobel Muhammad Yunus e ancora, tra gli altri, economisti ed esperti quali Kate Raworth, Jeffrey Sachs, Vandana Shiva, Stefano Zamagni, Mauro Magatti, Juan Camilo Cardenas, Jennifer Nedelsky, Sr. Cécile Renouard – per discutere i temi, le proposte, le prospettive di The Economy of Francesco.
GREEN NON BASTA!
“Non basta una economia green per avere una economia di Francesco. Occorre anche l’inclusione dei poveri, il protagonismo dei giovani, la coltivazione della vita interiore”, ha detto Bruni. “C’è oggi una economia green che non ha alcun interesse e attenzione per i poveri e per le diseguaglianze”, la denuncia: “L’economia di Francesco non può essere solo ecologica. Il grido della terra e il grido dei poveri sono lo stesso grido, come ci ricorda la Laudato si’ e adesso anche Fratelli tutti. Una fraternità con la terra che non includa la fraternità con gli ultimi non è completa”.
Grazie alla convocazione del Papa - ha aggiunto l'economista - “è nato un movimento diffuso in tutto il mondo. Questo è già il primo grande e importante risultato di The Economy of Francesco: giovani impegnati per una economia nuova, all’altezza dei tempi nuovi, che stanno mostrando l’obsolescenza dell’economia del XX secolo, ma anche di quella prima del gennaio 2020. Siamo entrati nell’era dei beni comuni e occorre una economia nuova”.
COSTRUIRE PONTI
“In un mondo malato di pensiero a breve termine e poca visione di futuro, dare voce ai giovani significa iniziare a costruire ponti verso il futuro”, ha spiegato suor Alessandra Smerilli, ordinario di Economia politica presso la Pontificia Facoltà di Scienze del’Educazione Auxilium e membro del Comitato scientifico di The economy of Francesco: “Sappiamo che in questi tempi di incertezza Papa Francesco invita a guardare oltre, a preparare il futuro, e a farlo in modo concreto, con lo sguardo sempre rivolto a chi è più in difficoltà. E i giovani stanno rispondendo a questo invito. Non ci presenteranno dunque un documento, non faranno un trattato su cosa vuol dire Economia di Francesco, ma prepareranno proposte ci diranno come vogliono impegnarsi e di quale aiuto hanno bisogno”.
RIPARARE
“Oggi siamo chiamati a fare i conti con una realtà che è chiamata a essere riparata”. Lo ha detto padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi e responsabile della struttura informativa. “Esistere o funzionare”, il bivio che per il francescano ci si trova oggi ad affrontare, in tempo di pandemia, come sostiene il filosofo e psicanalista argentino (naturalizzato francese) Miguel Benasyan .” È da qui che si muove e potrebbe partite un nuovo sistema economico che non rinuncia a crescere e svilupparsi accogliendo la sfida impegnativa dell’inclusività e rinunciando al veleno dello scartare”, la tesi di padre Fortunato, che ha citato i Monti di pietà, un’istituzione finanziaria senza scopo di lucro “inventata” a metà del XV secolo dai frati francescani per “finanziare persone in difficoltà, fornendo loro la necessaria liquidità” e contrastare così la piaga dell’usura.