Cosa si può fare, insieme, per rendere meno ingiusto questo mondo? Un articolo di Giacomo Bailetti sul cammino verso "The economy of Francesco"


Non è facile spiegare ciò che si prova durante i collegamenti on line con i giovani di tutto il mondo che stanno lavorando in vista dell’evento mondiale The Economy of Francesco. Un universo di volti ed accenti, ora effervescenti e irrequieti, ora schivi e riservati. Siamo diversi, lontani, sparsi per il globo. Eppure tutti protesi a chiederci cosa si possa fare, insieme, per rendere meno ingiusto questo mondo”.

Comincia così il contributo di Giacomo Bailetti, professore di Economia nella sede di Brescia dell’Università Cattolica, pubblicato questa mattina dal più diffuso dei quotidiani locali della città delle Dieci Giornate.


L'incontro voluto da Papa Francesco

The Economy of Francesco - scrive ancora il docente che a febbraio era intervenuto a Bergamo alla manifestazione per il centenario della nascita di Chiara Lubich - è un incontro voluto da papa Francesco ed è rivolto ai giovani under 35 di tutto il mondo, senza distinzione fra credenti (di qualsiasi fede) e non credenti. Fra le migliaia di giovani che hanno presentato la propria candidatura, i 2000 che sono stati scelti provengono da 115 diversi Paesi del mondo”


Gruppi di lavoro (Villaggi) a tema

Lavorano in 12 gruppi tematici chiamati “villaggi” che si incontrano in videoconferenza; in ognuno sono presenti anche specialisti “senior” e Giacomo Bailetti è uno di loro, coinvolto nel progetto dal professor Luigino Bruni, direttore scientifico del Comitato organizzatore

“Nel nostro villaggio sugli «stili di vita» - scrive il docente della Cattolica - c’è il team che si occupa delle decisioni di consumo, quello che si interessa dell’impatto che lo stile di vita provoca sull’ambiente, quello che tratta il tema dell’educazione. Io e altri due senior […] abbiamo costituito il team che si occupa di finanza. Ci occupiamo di come le persone decidono - e di come dovrebbero decidere - l’investimento del proprio risparmio”.


Occhi aperti sugli investimenti delle banche in cui teniamo i nostri soldi!

Formulando qualche interrogativo per aiutare a riflettere sulla questione: “Quando scegliamo di far fruttare il nostro denaro affidandolo ad una banca, oppure sottoscrivendo azioni o obbligazioni emesse da una società, oppure ancora acquistando quote di un fondo comune di investimento, siamo interessati solo al rendimento che possiamo conseguire oppure vogliamo anche assicurarci che i nostri soldi non vadano a sostenere imprese inquinanti o che ingannano i consumatori o che non trattano i dipendenti in modo corretto?”.