Brescia canta la vita. Dal "Coro della Consulta" un brano per riflettere e riempire di fiducia i nostri giorni



Attenzione, potreste emozionarvi: per il testo e la melodia della canzone, per la storia e il significato che questo brano ha per i coristi, per il messaggio che vogliono lanciare.

Sei, forse sette anni fa, in una delle zone pastorali della Diocesi di Brescia, la Zona Nord della città, nasce, per così dire, un coro dal basso, nel senso che non è il melomane o il prete di turno a lanciare l’appello e a raccogliere adesioni, ma un gruppo di persone che abbastanza casualmente conosce un maestro del canto corale e gli chiede di essere guidato e accompagnato. Prende il nome di Coro della Consulta ed è diretto da Narcisse Monga, originario del Camerum.



Una malattia (sconfitta), il matrimonio, una canzone 

Del coro fa parte da subito anche una ragazza di nome Diletta che oltre a cantare svolge le funzioni coordinamento-organizzazione.

Nel 2015, a pochi mesi dalla data del matrimonio, a Diletta viene diagnosticato un linfoma. Inizia per lei una dura battaglia che affronta con determinazione straordinaria, sostenuta dall’affetto e dalla vicinanza di tanti, coro compreso, ovviamente.

Un anno dopo, sconfitto il male, Diletta unisce la sua vita a quella di Alessando; la cerimonia nuziale è accompagnata dal Coro della Consulta che canta anche “So che sei qui”, un’intensa meditazione in musica che il Gen Verde, gruppo musicale internazionale del Movimento dei Focolari ha inserito nella Messa della Concordia.



La provocazione: "Va bene, c'è, il lockdown. Ma voi, non fate nulla?"

Fin che è stato possibile il Coro della Consulta si incontrava regolarmente per le prove ogni settimana, nella Chiesa del Villaggio Prealpino di Brescia. Con il lockdown tutto si è fermato. Almeno fino a quando la mamma di Diletta, leggendo su FLest la notizia dei giovani bergamaschi che hanno realizzato a distanza un video musicale per la loro città così duramente provata dal Coronavirus, ha scherzosamente provocato la figlia: “E voi non fate nulla?”.



Dedichiamo questo lavoro a ...

Ieri, Primo Maggio, la sorpresa è arrivata via WhatsApp ad amici e conoscenti del coro: 

E’ stata una settimana intensa, abbiamo fatto veramente di tutto pur di pubblicare questo video all’inizio del mese mariano. In questo periodo difficile, che ci sta mettendo a dura prova, abbiamo registrato, ognuno da casa propria, un canto a noi molto caro: una polifonia emozionante per riflettere sulla possibilità di vincere la morte grazie a nuove scelte d’amore. Si tratta di una sfida per tutti, credenti e non credenti, per cogliere la dignità della vita personale, liberi da ogni paura e pregiudizio.
Dedichiamo questo lavoro
a chi ci ha lasciato;
a tutti coloro che hanno perso delle persone care durante questa pandemia;
a chi soffre per il Covid-19 e per altre patologie;
a tutti gli operatori sanitari che ogni giorno lavorano per garantirci la salute;
a chi ha continuato a lavorare, senza sosta, nonostante la paura del contagio;
a chi ha interrotto la sua attività e ha paura di non riuscire a superare la crisi;
a chi riprenderà a lavorare la prossima settimana;
ai volontari che lavorano con amore per il prossimo;
ai bambini e ai ragazzi che sono stati privati della scuola e delle loro relazioni;
a tutti, affinché nessuno si senta solo, affinché tutti si sentano amati”.


g.c.