"Senta, qui è un disastro, se non operiamo subito...". Gianluca, il cuore in disordine, l'ospedale e una nuova opportunità

Siate pronti con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa... ( Lc 12, 35-40)

Da qualche settimana avvertivo una pressione strana al petto, un affaticamento per un paio di scale o quando sollevavo il mio adorato nipotino. Così mi sono deciso a farmi visitare e il cardiologo ha prescritto una immediata coronarografia. Il 7 marzo sono in ospedale per l'esame. Il medico che lo esegue ad un certo punto si ferma e mi dice: "Senta, qui è un disastro, se non operiamo subito lei non supera la settimana". Mi ricoverano e il giorno successivo inizia il blocco della mobilità per il contenimento del Coronavirus: non posso più vedere né salutare nessuno! Sono arrivato pensando di tornare a casa la sera stessa e invece mi trovo in una nuova ed inaspettata situazione.


Pensavo di essere solamente un po' in sovrappeso e improvvisamente...

Lunedì 9 mi operano: sei ore di intervento a cuore aperto, cinque bypass con una circonvallazione cardiovascolare nuova di zecca. Non so descrivere i giorni seguiti all'intervento se non con una parola: devastanti. Fino a qualche giorno prima pensavo di essere solamente un po’ sovrappeso e improvvisamente mi ritrovo in una sala di terapia intensiva con fili e tubi attaccati dappertutto che ogni tanto suonano e non so il perché.

In quelle ore, con i minuti contati e sofferti, uno a uno, per strappare un respiro che sembra mai sufficiente a darti ossigeno, ho ricordato quell'esortazione evangelica - Siate pronti... - l’Ho sentito bussare e ho avvertito con forza in me quanto infinita e senza misura fosse la misericordia di quel Padre che arriva e non chiede, ma semplicemente è pronto ad abbracciarti. Ed è venuto naturale dire il mio sì ad un amore così grande. Mi sentivo pronto.


Respiro dopo respiro

Questa esperienza mi fa vicinissimo a coloro che in queste settimane di pandemia di Coronavirus sono attaccati ad una mascherina d’ossigeno e cercano disperatamente, respiro dopo respiro, di strappare un altro momento di vita, con la tenacia di chi ce la vuole fare, di chi non vuole mollare per poter tornare a casa da chi lo aspetta con ansia e angoscia.

Ho conosciuto questa angoscia, questa fatica a sopravvivere, l’ho provata sulla mia pelle ed oggi sento un legame forte con queste migliaia di persone che stanno cercando di venirne fuori e con i medici e gli infermieri che lottano e purtroppo muoiono per salvarli!

Oggi la mia situazione migliora giorno per giorno e cerco di rispettare le regole richieste dalla mia condizione che impone ginnastica, dieta e una dozzina di pastiglie a orari precisi, ma sento e avverto che questa nuova fase della mia vita è una chance che devo spendere bene, come l’operaio dell’ultima ora!

Gianluca
Mantova