Il prossimo 24 settembre, al Polo Lionello Bonfanti di Incisa Valdarno, in provincia di Firenze, il Comitato Organizzatore di “The Economy of Francesco” incontrerà studiosi e accademici di tutto il mondo in vista dell’appuntamento in programma ad Assisi dal 26 al 28 marzo 2020.
Luigino Bruni - professore di Economia politica alla Lumsa di Roma, teorico dell’Economia di Comunione e ideatore del simposio che ha visto l’adesione convinta del Papa - ha invitato a questo primo importante passaggio preparatorio anche il collega bresciano Giacomo Bailetti, docente dell’Università Cattolica.
Moltissimo. Ma mi ha fatto molto piacere!
Com’è nato il rapporto con il professor Bruni?
Attorno ai temi straordinariamente coinvolgenti generati dalle intuizioni di Chiara Lubich su economia, sviluppo e fraternità. Abbiamo avuto modo di discutere a lungo di Economia di Comunione e di condividere le grandi speranze che in essa sono riposte.
Secondo lei perché Papa Francesco ha fatto sua l’idea del simposio?
Credo, principalmente, perché ne saranno protagonisti i giovani, chiamati a stipulare un patto per la costruzione concreta di un nuovo modo di fare economia.
Ecco, ci spiega per favore questo “nuovo modo di fare economia”?
Non posso che rispondere con le parole del Papa: “Dare un’anima all’economia di domani, un’economia che fa vivere e non uccide, un’economia che include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda”.
Sarà l’incontro di Assisi a dare gambe a questo desiderio di papa Francesco?
L’obiettivo è titanico, perché l’economia come la vediamo funzionare tutti i giorni è diversa da quella cui aspira Papa Francesco. Eppure tanti, tantissimi segnali, e l’Economia di Comunione è uno di essi, dicono che è possibile. Non vedo l’ora di assistere al germogliare di questo patto tra giovani studenti, dottorandi, giovani ricercatori e giovani imprenditori.
Con chi si confronteranno i giovani per mettere a punto i contenuti del loro progetto?
Hanno già confermato la loro presenza ad Assisi i premi Nobel Amartya Sen e Muhammad Yunus, e poi l’economista statunitense Jeffrey Sachs, l’italiano Stefano Zamagni e altri ancora.
Professor Bailetti, non la spaventa l’ambizione del sogno che regge questo appuntamento internazionale?
Neanche un po’! Glielo confermo, ancora, con le parole del Papa: “Non si fa una buona società senza una buona economia”.