A scuola di… comunità: come diventare “artigiani di fraternità e di unità”

Si sono incontrati a Castelgandolfo dal 27 al 30 giugno, provenienti da quaranta nazioni, 254 rappresentanti delle numerosissime Comunità Locali del Movimento dei Focolari disseminate nel mondo: giorni di riflessione e di approfondimenti, di scambi di esperienze e di conoscenze, di workshop e di nuovi impegni.
Fra loro anche Nicoletta, Giusi, Gemma e Giuliano, Pierangelo e Maurizio che, con Angelo erano partiti dalle città del nostro territorio.

Storia e riflessioni
Siamo stati accompagnati a riflettere su come e quando sono nate le prime comunità: quella dei primi cristiani e quella nata attorno a Chiara Lubich, nei primi tempi del Movimento – ci raccontano.
Cosa avevano in comune queste comunità? L’amore scambievole, la presenza dello Spirito Santo vivo e operativo dove “due o più sono uniti “nel nome di Gesù, il far sì che “nessuno tra loro era indigente”, il bisogno di annunciare ad altri la gioia del Vangelo vissuto. Queste le caratteristiche sulle quali anche oggi ogni comunità dovrebbe costituirsi.

Attraverso gli interventi straordinari di Maria Voce e di Jesùs Moran (presidente e vicepresidente del Movimento dei Focolari), si è ulteriormente delineato il disegno della Comunità. Molto intenso il riferimento all’Enciclica Evangelii Gaudium quando, a proposito delle realtà urbane si rileva che
è necessario arrivare là dove si formano i nuovi racconti e paradigmi, raggiungere con la Parola di Gesù i nuclei più profondi dell’anima delle città… Nelle grandi città si può osservare un tessuto connettivo in cui gruppi di persone … si costituiscono in nuovi settori umani, in territori culturali, in città invisibili (dove) facilmente si incrementano il traffico di droga e di persone, l’abuso e lo sfruttamento di minori, l’abbandono di anziani e malati, varie forme di corruzione e di criminalità.
“A noi è chiesto di trasformare le nostre comunità in città invisibili ma positive, costruite su una rete invisibile di bene, che abbiano come DNA quella tipica nostra realtà carismatica, ecclesiale culturale e politica che incide nella società”, è l’invito di Jesùs Moran.

Esperienze e nuovo impegno

La comunità locale ha valore se è una risposta d'amore”, aveva detto Emmaus; le numerose esperienze di comunità provate dalla guerra e dalla solitudine, o private della libertà, ma animate da gesti di prossimità e di perdono, raccontate da chi proveniva dall’Africa, dall’India o dal Venezuela ne sono state la testimonianza autentica.
Interventi di esperti sociologi, filosofi, giuristi e psicologi hanno poi completato la formazione dei presenti; si è parlato della tutela dei minori, delle dinamiche di gruppo, di sinodalità e leadership, di accompagnamento e di discernimento.
Una miriade di opportunità per far sì che possiamo tradurre tutto nella nostra quotidianità, vivendo ogni rapporto come luogo in cui il carisma dell’unità può incidere e modificare la società, trasformando le relazioni personali in relazioni di reciprocità - hanno concluso i nostri.