Cerca la pace e poi seguila. Un cammino di impegno per la fraternità universale

"Dall’inizio dell’umanità, l’essere umano sente un desiderio di pace. Dove però trovarla? Molti sperimentano che credere nell’amore, cercarlo con fiducia, consente di trovare la pace. Per ottenere ciò ci vogliono alcuni atteggiamenti del cuore: allontanarsi dal male e operare sempre il bene".

E' un passaggio della “Idea del mese” di febbraio – il commento ad una frase del Vangelo proposta in maniera tale da valorizzare la ricerca di dialogo e di comprensione tra persone di diverse convinzioni - pensata per proporre anche a chi si dice non credente un cammino di impegno per la fraternità universale. Ecco il testo della riflessione.



Idea del mese – febbraio 2019
Cerca la pace e poi seguila

Uno dei modi per attuare concretamente l’amore consiste nel seguire decisamente la giustizia. L’esperienza quotidiana ci mette di fronte a molte situazioni di ingiustizia.
Dall’inizio dell’umanità, l’essere umano sente un desiderio di pace. Dove però trovarla? Molti sperimentano che credere nell’amore, cercarlo con fiducia, consente di trovare la pace. Per ottenere ciò ci vogliono alcuni atteggiamenti del cuore: allontanarsi dal male e operare sempre il bene. Ciò comprende il bisogno di non diffamare il prossimo, poiché la diffamazione può condurre alla guerra.

Seguire la voce della coscienza

La pace ha molte sfumature e significati, tra cui il benessere fisico e spirituale o l’accordo tra individui e tra popoli. La pace però è un dono, fonte di felicità e, perciò, è indispensabile cercare intensamente e con passione quel dono nella nostra vita, in modo da sperimentare i suoi frutti e poter condividerli con gli altri. É una ricerca impegnativa che esige da noi la nostra parte. Una cammino per poter sperimentare la pace è seguire la voce della coscienza che ci invita a scegliere la strada del bene e non quella del male.

Evitarte

Cioè ci spinge ad amare le persone che ci sono accanto e a superare così i conflitti, evitando, ad esempio, le accuse infondate, i giudizi superficiali, il parlare male degli altri, in modo da aprire il nostro cuore all’accoglienza del prossimo.
Forse non riusciremo a far tacere tutte le armi che tingono con il sangue molte regioni della terra, ma possiamo agire ognuno personalmente e sanare rapporti feriti in famiglia, nel nostro quartiere, nell’ambiente di lavoro, nel tessuto cittadino. L’impegno di una piccola o grande comunità decisa a testimoniare la forza dell’amore può ricostruire i ponti fra gruppi sociali, chiese o partiti politici.

Egoismo, inquinamento delle relazioni

La ricerca convinta della pace ci suggerirà pure dei comportamenti adeguati per proteggere il cosmo, confinato alla nostra responsabilitá nei confronti delle nuove generazioni.
Scriveva Chiara Lubich nel 1990 a Nikkio Niwano, fondatore del movimento buddista giapponese Rissho Kosei Kai: “Se l’uomo non è in pace la terra stessa non lo è. Le persone percepiscono la ‘sofferenza’ della terra quando l’uomo non ha un rapporto armonioso con la natura, ma agisce solo per egoismo, per un desiderio inappagabile di possesso. Questo egoismo e questo desiderio inquinano l’ambiente molto di più di qualsiasi altro inquinamento, che non è che una conseguenza di questo atteggiamento (…) E se si scopre così che il cosmo é per tutti i membri della famiglia umana, e non solo per alcuni, faremo più attenzione e avremo più rispetto di fronte a ciò che appartiene a l’intera umanità, presente e futura”.