Cosa ti ha colpito di più quest'anno a LoppianoLab?

Un giorno chiesero ad un cronista politico della televisione che abitualmente seguiva i congressi dei partiti come facesse a sapere sempre cosa riferire nel brevissimo spazio di un collegamento per il telegiornale. "Semplice - rispose - giro tra i delegati e chiedo loro cosa, tra tanti discorsi, li ha colpiti maggiormente".

Volendo provare a ripercorre la due giorni di LoppianoLab andando oltre la cronaca, abbiamo pensato di utilizzare lo stesso metodo, con una semplice domanda - Cosa ti ha colpito di più quest'anno a Loppiano? - inviata a molti di coloro che da Bergamo , Brescia, Cremona e Mantova hanno raggiunto la cittadella internazionale del Movimento dei Focolari per vivere la nona edizione di LoppianoLab. Ecco le risposte che abbiamo ricevuto.



Tina Marzocchi
LoppianoLab di quest'anno mi ha fatto riflettere sulla mia/nostra storia. Nel '68 io avevo appena 12 anni ma Condividevo la voglia di nuovo del  movimento di contestazione. Iniziando le superiori, però, sono stata delusa dalla mancanza di progetti e proposte alternative al "vecchio" che ci eravamo lasciati alle spalle. Anche la Chiesa, l'ambito ecclesiale dove io facevo catechismo, non aveva (e a mio parere, ancora oggi) colto i "segni dei tempi". Lacune che in tutti gli ambiti hanno portato alla situazione attuale che è stata ben fotografata da tutti gli interventi che ho ascoltato a LoppianoLab. A me sono serviti molto, mi hanno reso più consapevole e con uno sguardo molto più ampio e piu' preciso di ciò che stiamo vivendo, suscitando in me più senso di responsabilità. Meno numerose, rispetto agli altri anni, sono state le esperienze, come se nella scelta ci fosse un implicito invito a mettersi in gioco in prima persona nell'urgenza primaria di "costruire rapporti" con chiunque e in ogni ambito. Questa la ricetta e la chiave che mi sono portata via quest'anno, oltre all'accorato appello di Carlo Petrini ad essere quelli che dobbiamo essere, impegnandoci seriamente, almeno noi, a vivere quanto ci chiede il Papa.


Maria Luisa Marchetti - BG
È la prima volta che partecipo direttamente. Essendo io una pedagogista ho apprezzato gli accenti posti sulla scuola e sulla famiglia, elementi della società ancora troppo trascurati anche se basilari. In particolare mi è piaciuta la sottolineatura fatta all’importanza della figura del maestro, il mettere in luce che forse manca la presenza nella società di adulti veramente realizzati, uomini e donne completi, compiuti, coerenti capaci di darsi da fare per le giovani generazioni

Giorgio Zecchini - BS
Quest'anno sono stato colpito dalle idee di Jennifer Nedelsky, la filosofa della politica di cui ha parlato suor Alessandra Smerilli: ridurre l'orario di lavoro a 30 ore alla settimana e dedicarne 12 alla cura degli anziani, dell'ambiente ecc.. Uno straordinario cambiamento di paradigma. Oggi la stima che uno pensa di essersi conquistato dipende molto dal lavoro che fa. Ma la domanda "Che lavoro fai?", dovrebbe diventare “Di chi (cosa) ti prendi cura?”. Utopia? Anche le otto ore al giorno sembravano utopia ai tempi in cui se ne facevano 12,  per sei giorni alla settimana…

Nicoletta Affini - MN
Sono tornata con una nuova speranza. nonostante tutto, i gesti quotidiani, le relazioni costruite, le fatiche dei piccoli passi fatti insieme, possono cambiare l'ambiente attorno a noi. Una parola chiave mi rimane in cuore: inclusione, a tutti i livelli, dall' educazione all'arte alla politica


Ivana Mazzoni - MN
Mi ha colpito e mi è molto piaciuto il modo con cui è stato affrontato il problema della mafia e il “NOi”, con la i piccola, che è richiesto a ciascuno per affrontarla e combatterla.


Maria Rosa Formizzi - MN
LoppianoLab quest'anno ha raggiunto una maturità nuova in cui si è riusciti a dire qualcosa di significativo, importante e in certi casi di eccellenza alla società di oggi in vari campi. La spiritualità di Chiara si è incarnata nel sociale portando idee nuove che stanno rinnovando in modo significativo l'economia la politica il mondo dell'educazione e dell'arte. La vita, i sacrifici, l'impegno e lo studio di tanti nostri fratelli hanno permesso di trasformare in realtà il sogno di Chiara del ’68.
A noi continuare nel campo in cui operiamo andando in profondità e portando al largo questa vita queste idee e queste concretizzazioni.


Luisa Fornari - MN
Mi è sembrato di capire cosa vuol dire uomo-mondo: essere immersi nel “corpo mistico/sociale”.
Noi sappiamo che la "lingua" si modifica nel tempo e le parole nuove si devono riempire del significato che la società di quel momento sente "suo". Per me LoppianoLab dà un grande contributo nel costruire un linguaggio che sa "legare" la riflessione sociale del passato con quella del mondo "nuovo" nel quale ci stiamo immergendo e ci aiuta cosi a non annegare nel disorientamento. Riusciamo tutti a sentirlo nostro (dentro e fuori il Movimento): un'impresa titanica che vedo attuarsi.

Giulia Milesi - BS
Per stare in un mondo che cambia velocemente e sviluppare competenze, bisogna vivere e lavorare insieme: il lavoro è la dimensione del nostro essere e della cooperazione. Indispensabile, come ribadito da papa Francesco nell’enciclica Laudato sì, unire gli sforzi delle persone virtuose, credenti e non, per confrontarsi acquisendo nuove competenze. Per cambiare il sistema economico bisogna avere il coraggio di stare nella legge dicendo quel NO che si rafforza con la piaccola “i” di insieme, la comunità “NOi".


Oder Vicari - MN
Sono stato contento di aver visto affrontati i temi di risparmi energetico, si è parlato molto dal punto di vista sociale sul razzismo, violenza, mafia ecc. Ho colto che devo cambiare mentalità, che per ottenere risultati bisogna lavorare insieme ad altri con proposte fattibili. Aumentare la comunicazione con gli altri e dare il giusto posto ai giovani.

Paola Moroni - BG
La cosa più bella in assoluto è che LoppianoLab è veramente un laboratorio di umanità e di cultura.
Una bellissima esperienza. Mi sono piaciuti vari stimoli: la speranza per il futuro dei giovani; il valore del lavoro e le nuove possibilità che si possono intravvedere (mi riferisco all’esperienza del sacerdote del rione Sanità di Napoli e alle sollecitazioni della Smerilli: esperienze geniali, perché ci mostrano con quale speranza, fantasia e intelligenza si debba stare vicino ai giovani, di come anche nelle situazioni più disperate si possa sempre scatenare in positivo la fantasia ); l'integrazione fra culture diverse, più facile da favorire nelle comunità piccole, dove c'è meno da ricostruire e è più facile favorire. L'integrazione viene dopo l'essere una comunità accogliente.
Vari stimoli che ribaltano le tendenze sociali e culturali attuali, ma con intelligenza, facendo intravvedere percorsi concreti possibili. Il rischio è ,infatti, che si abbiano dei bei sentimenti, anche dei profondi ideali, ma che poi a livello concreto tutto diventi difficile, mentre li a LoppianoLab si sono viste piste di azioni concrete.
Ho accompagnato anche delle ragazze che hanno seguito i Laboratori Young (nella foto in alto): le ho viste molto contente, in un'esperienza molto serena e arricchente anche dal punto di vista umano, una buona formazione.


Nadia Cuoghi - MN
Difficile trovare una cosa che mi sia piaciuta più di altre perché i temi affrontati erano interessanti e tutti molto attuali . Mi sono ritrovata nella problematica degli immigrati, del caporalato, del lavoro nero e sottopagato in quanto sono tutte realtà presenti anche nel nostro territorio. Anche l'argomento giovani mi fatto rivedere un po' il mio pensare. Abbiamo anche portato i nostri due nipoti (di 12 e 13 anni) perché ci sembrava una bella opportunità e loro sono stati molto contenti: erano nel laboratorio di giornalismo!. Speriamo che anche questa bella idea dei Laboratori Young sia mantenuta e sviluppata negli anni successivi.