Un sussulto di gioia, un impulso a mettere in pratica e a vivere. Una recensione speciale per la raccolta delle "Parole di Vita" scritte da Chiara Lubich

Su “Il Sole 24 ore” di domenica 23 settembre, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e collaboratore abituale delle pagine culturali del quotidiano, dopo aver parlato di un’opera riguardante Edith Stein, prende in esame il libro edito da Città Nuova che inaugura la collana "Opere di Chiara Lubich".

E' un grosso volume che raccoglie la quasi totalità, circa 350, delle "Parole di vita" scritte da Chiara Lubich, commenti ad una frase del Vangelo proposta mensilmente a milioni di persone nel mondo. 

Sono pagine che coprono un arco di anni che va dagli inizi dell’esperienza evangelica della fondatrice del Movimento dei Focolari - il primo commento è del 1943 - fino alla sua morte.
Ecco come ne scrive Ravasi.




Il Vangelo non subisce l'usura del tempo

Il volume che inaugura la collana [Opere di Chiara Lubich] svela già nel titolo il rimando alla sorgente, la Bibbia, “Parole di Vita”. Siamo lontano dalle vette del pensiero e dello stile di Edith Stein; nelle circa 350 brevi meditazioni di Chiara procediamo, invece, nella valle della semplicità quotidiana. Si assume una frase prevalentemente neotestamentaria e la si fa sbocciare; come scrive il curatore Fabio Ciardi, non sono commenti esegetici né riflessi intimistici, ma “una lettura carismatica, uno sprazzo di luce, un sussulto di gioia, un deciso impulso a mettere in pratica, a vivere”. Per questo sono messaggi destinati ai molti che la seguono e che si confrontano con l’esistenza illuminandola con la stella della Parola divina.

Sì, perché l’ermeneutica di questa Parola suprema viene cercata nell’immanenza polverosa della vita, che in tal modo viene irradiata da una Vita trascendente. Alla base di questa vasta sequenza di frammenti spirituali c’è la certezza che “il Vangelo non subisce l’usura del tempo” e l’arco cronologico così largo (dal 1943 al 2006) dimostra la permanenza della Parola nella fluida variabilità della storia. La stessa mutevolezza dei destinatari di queste riflessioni, uomini e donne, giovani e adulto, preti e laici, conferma che lo Spirito di Dio non conosce barriere e frontiere. Lo ha attestato papa Francesco visitando lo scorso maggio la cittadella di Loppiano, vero e proprio cuore di un Movimento che là esprime un’universalità e una serie di altre iniziative ramificate altrove nell’economia, nella musica, nell’editoria, nell’ecumenismo, nella pastorale familiare, nel dialogo interculturale e interreligioso.

Gianfranco Ravasi