Mario Capanna, che fu uno dei leader della contestazione studentesca del '68 itaiana, il teologo Brunetto Salvarani e l’ex parlamentare Rosy Bindi hanno dato vita nel pomeriggio di questa prima giornata di LoppoianoLab 2018 ad un confronto sul tema: "Dal sogno all’impegno: Oltre la rivoluzione e la contestazione del ’68".
Per Capanna il cambiamento vero "deve camminare sulle gambe di tutti gli uomini e tutte le donne di oggi, vivendo la democrazia come partecipazione, vera eredità del ‘68”
Rosy Bindi riconosce al Sessantotto la riscoperta dell’amore per la politica, intesa come sguardo ai problemi comuni e impegno a risolverli insieme: “Sentivi il destino comune e sentivi che dovevi fare la tua parte”, ricorda la Bindi. Contro l’invidia sociale oggi in atto bisogna riscoprire il valore vero della politica.
Nella lettura di Brunetto Salvarani il '68 è stato un tempo che ha aperto dei sentieri di cambiamento, poi interrotti, che andrebbero ripresi. A cominciare dal rilancio dell’autonomia dei laici in ambito ecclesiale (che aiuta a creare anche la comunità civile). Il Sessantotto è stato anche lotta intergenerazionale - ha ricordato infine il teologo - di per sé negativa, ma che metteva comunque in relazione e in contatto le generazioni.
I LABORATORI
I tanti stimoli emersi durante il confronto hanno poi trovato nei laboratori occasione di ukteriore approfondimento
Le donne nella politica nazionale. Quale futuro per le leadership femminili?
Alla base del dialogo tra palco e platea le esperienze personali di due donne impegnate in Parlamento, Chiara Gribaudo del Partito Democratico e Bianca Laura Granato del Movimento 5 Stelle, e di due donne che l’esperienza parlamentare l’hanno alle spalle, Lucia Fronza Crepaz e Rosy Bindi.
Le donne possono invertire un clima politico avvelenato dalla incapacità di dialogo e di reciproca valorizzazione? “Solo se saremo capaci – ha detto Lucia Crepaz – di una sollevazione popolare, per far emergere talenti che diversamente non arriveranno mai a beneficio della comunità. Non è solo una questione di prendere il nostro posto dentro la politica, è questione di assumere una leadership sociale”.
Facendo sintesi degli interventi e sottolineando un punto di ciascun contributo – la scuola, di cui ha parlato Gribaudo, che l’ha avvicinata al contributo della Resistenza per la conquista della libertà e della democrazia; il metodo democratico a cui ha fatto cenno Granato parlando di senso civico; la generatività della politica al femminile sulla quale ha insistito Bindi – l’ex parlamentare trentina ha auspicato che dalle donne nasca la cura e la preoccupazione di un vivaio in cui far crescere possibilità delle donne di essere protagoniste in politica. Alla base dovrebbe esserci la cittadinanza attiva come materia di insegnamento per dare radici ad un patto di responsabilità collettivo da riconquistare: “La democrazia – ha concluso Fronza Crepaz – è un tessuto, ed ognuno, lì dov’è, deve tessere il suo filo perché l’insieme tenga”. La leadership politica delle donne si costruisce nella passione più autentica per il bene comune del bene comune.
La Chiesa cattolica e il ’68.
I teologi Brunetto Salvarani e Marinella Perroni, con Donato Falmi del Centro Chiara Lubich, hanno ripercorso il senso di un momento storico che nell’ambito ecclesiale è stato espressione di una forte richiesta di cambiamento proveniente dal Movimento Biblico, dal Movimento femminile e dal Movimento Liturgico. Al centro c'erano il ruolo della donna nella Chiesa, i laici, la liturgia, la riscoperta della Parola di Dio: questioni che in parte sono rimaste disattese. Ma in quella stessa epoca nascevano numerosi movimenti laicali che hanno dato voce e spazio a quelle domande e rappresentato una novità positiva e ancora gravida di futuro.
Per Capanna il cambiamento vero "deve camminare sulle gambe di tutti gli uomini e tutte le donne di oggi, vivendo la democrazia come partecipazione, vera eredità del ‘68”
Rosy Bindi riconosce al Sessantotto la riscoperta dell’amore per la politica, intesa come sguardo ai problemi comuni e impegno a risolverli insieme: “Sentivi il destino comune e sentivi che dovevi fare la tua parte”, ricorda la Bindi. Contro l’invidia sociale oggi in atto bisogna riscoprire il valore vero della politica.
Nella lettura di Brunetto Salvarani il '68 è stato un tempo che ha aperto dei sentieri di cambiamento, poi interrotti, che andrebbero ripresi. A cominciare dal rilancio dell’autonomia dei laici in ambito ecclesiale (che aiuta a creare anche la comunità civile). Il Sessantotto è stato anche lotta intergenerazionale - ha ricordato infine il teologo - di per sé negativa, ma che metteva comunque in relazione e in contatto le generazioni.
I LABORATORI
I tanti stimoli emersi durante il confronto hanno poi trovato nei laboratori occasione di ukteriore approfondimento
Le donne nella politica nazionale. Quale futuro per le leadership femminili?
Alla base del dialogo tra palco e platea le esperienze personali di due donne impegnate in Parlamento, Chiara Gribaudo del Partito Democratico e Bianca Laura Granato del Movimento 5 Stelle, e di due donne che l’esperienza parlamentare l’hanno alle spalle, Lucia Fronza Crepaz e Rosy Bindi.
Le donne possono invertire un clima politico avvelenato dalla incapacità di dialogo e di reciproca valorizzazione? “Solo se saremo capaci – ha detto Lucia Crepaz – di una sollevazione popolare, per far emergere talenti che diversamente non arriveranno mai a beneficio della comunità. Non è solo una questione di prendere il nostro posto dentro la politica, è questione di assumere una leadership sociale”.
Facendo sintesi degli interventi e sottolineando un punto di ciascun contributo – la scuola, di cui ha parlato Gribaudo, che l’ha avvicinata al contributo della Resistenza per la conquista della libertà e della democrazia; il metodo democratico a cui ha fatto cenno Granato parlando di senso civico; la generatività della politica al femminile sulla quale ha insistito Bindi – l’ex parlamentare trentina ha auspicato che dalle donne nasca la cura e la preoccupazione di un vivaio in cui far crescere possibilità delle donne di essere protagoniste in politica. Alla base dovrebbe esserci la cittadinanza attiva come materia di insegnamento per dare radici ad un patto di responsabilità collettivo da riconquistare: “La democrazia – ha concluso Fronza Crepaz – è un tessuto, ed ognuno, lì dov’è, deve tessere il suo filo perché l’insieme tenga”. La leadership politica delle donne si costruisce nella passione più autentica per il bene comune del bene comune.
La Chiesa cattolica e il ’68.
I teologi Brunetto Salvarani e Marinella Perroni, con Donato Falmi del Centro Chiara Lubich, hanno ripercorso il senso di un momento storico che nell’ambito ecclesiale è stato espressione di una forte richiesta di cambiamento proveniente dal Movimento Biblico, dal Movimento femminile e dal Movimento Liturgico. Al centro c'erano il ruolo della donna nella Chiesa, i laici, la liturgia, la riscoperta della Parola di Dio: questioni che in parte sono rimaste disattese. Ma in quella stessa epoca nascevano numerosi movimenti laicali che hanno dato voce e spazio a quelle domande e rappresentato una novità positiva e ancora gravida di futuro.