E’ tempo di cambiare. Dal Genfest Italia vissuto a Loppiano il grido di speranza di migliaia di giovani

Riprendere in mano la propria vita, superare confini e limiti personali, per costruire un futuro migliore per tutti: è il senso delle tante testimonianze che hanno caratterizzato il Genfest Italia vissuto il primo maggio a Loppiano, l’annuale appuntamento dei giovani nella cittadella internazionale del Movimento dei Focolari. Lo slogan dell'incontro era Beyond me, un invito ad andare oltre se stessi.

Nell'anfiteatro naturale della cittadella sono risuonati i racconti di chi ha superato il terremoto di Amatrice, di chi ha aperto i propri orizzonti collaborando a un progetto per l'Africa, di chi ha iniziato ad incontrare persone, conoscere, capire, di chi ha vissuto la guerra in Siria e ricorda la distruzione.

Sono stati davvero tanti i giovani che hanno condiviso la loro esperienza, in una alternanza di parole,  musica, canti e danze. Erano più di tremila, arrivati da tutta Italia e da tante parti diverse del mondo; fra loro alcune decine anche dalle nostre città.

Cosa è stata per loro questa esperienza? Ecco le impressioni di Benedetta: abita in provincia di Milano ma studia a Bergamo, compirà 22 anni tra pochi mesi e con alcune coetanee vive l'esperienza con i giovani del Movimento dei Focolari di Bergamo.



E' TEMPO DI CAMBIARE

Questo Primo maggio è stato per me un vero e proprio risveglio.
Sono arrivata con qualche perplessità, pronta ad assistere ad un format della giornata ormai un po’ ripetitivo rispetto agli anni precedenti. Ed è stato bellissimo doversi ricredere!

Aver ascoltato le esperienze di moltissimi giovani come me mi ha trasmesso risolutezza e ispirazioneLe loro, erano storie di sofferenza e di perdita, di buio e fragilità, ma anche di costanza, di riscatto e speranzaIl dolore che provi quando la realtà che conosci va in frantumi, il vuoto lasciato da una persona cara, la lotta contro una malattia neurodegenerativa non lasciavano il posto alla vendetta o al rancore, né all’odio. Le loro storie erano testimonianze di coraggio. E di Amore.

Accanto a questi racconti sono stati poi presentati tanti progetti e cantieri, nati dal desiderio di non fermarsi davanti alla precarietà e ai disagi, ma andare oltre; nati per migliorare le cose e dimostrare che è possibile - ed è nostro compito - costruire un futuro diverso, scandito da accoglienza e reciprocità, da collaborazione e gratitudine.

Ho assorbito ciascuna storia, ciascun “pezzetto di vita” di quei ragazzi. E ho provato a mettermi nei loro panni per entrare in empatia verso il peso di un mondo che non conoscevo e che, ora, mi sembra di poter sostenere un po’ con loro.

Ho deciso anche di “adottare” uno dei progetti proposti, così da poter donare il mio piccolo contributo per un nuovo positivo cambio di rotta.

Benedetta Appiani