Guardarci con fiducia. Sulle orme di Chiara per portare luce dentro la città

Guardare al fratello con uno sguardo nuovo, di fiducia. E’ una della parole chiave emerse durante la giornata di domenica scorsa in cui 450 persone di ogni età appartenenti al Movimento dei Focolari si sono incontrate al Centro Mariapoli di Frontignano per approfondire uno degli scritti più famosi di Chiara Lubich - Resurrezione di Roma* . “Una Luce dentro la città” era titolo e al tempo stesso obiettivo dichiarato dell'incontro che si è svolto in un clima denso e ricco di spiritualità, di colloqui profondi e di testimonianze forti.


UN TESTO PROGRAMMATICO PER IL RINNOVAMENTO DELLA SOCIETÀ' 

Risurrezione di Roma è un testo del 1949 (considerato nel Movimento un vero programma per rinnovamento della società). Chiara ritorna a Roma dopo un periodo di riposo trascorso in montagna segnato da una fortissima esperienza mistica conosciuta come "Paradiso ’49": vede la città carica di fatiche e un’umanità che non rispecchia più le testimonianze cristiane della sua storia. Ma alla luce dell'esperienza che ha vissuto scrive: "Il mio umano si confonde col divino ed i miei occhi non sono più spenti, ma, attraverso la pupilla che è vuoto sull'anima, per il quale passa tutta la luce che è di dentro (se lascio viver Dio in me), guardo al mondo e alle cose; però non più io guardo, è Cristo che guarda in me e rivede ciechi da illuminare e muti da far parlare e storpi da far camminare…Cosicché riaprendo gli occhi sul di fuori vedo l'umanità con l'occhio di Dio che tutto crede perché è Amore".


COME ATTUALIZZARE QUELLE PAROLE?

Se al testo di Chiara e al suo approfondimento è stata dedicata l'intera mattinata, aperta da una celebrazione eucaristica di particolare solennità e suggestione, il pomeriggio è stato caratterizzato dai incontri ristretti che hanno coinvolto i partecipanti in quasi 40 gruppi di lavoro per condividere esperienze e riflessioni. Il filo che collega quanto emerge in tutti i gruppi è il bisogno aprirsi alla fiducia, verso tutti, per farla diventare la chiave interpretativa di relazioni autentiche in grado di cambiare i comportamenti personali e collettivi.

DUE ESPERIENZE

Elena - Un collega è appena arrivato nell'ufficio dove da poco lavoro. Sembra spaesato, fa fatica ad ambientarsi e a svolgere alcuni compiti. Lavorare al suo fianco non è sempre facile e quando la pazienza finisce, il pensiero è inevitabile: "Che non sia il posto adatto a lui?" 
Mi trovo però casualmente ad affiancarlo in alcuni lavori. Passando più tempo con lui, noto delle qualità che mi sorprendono e inizio a vedere il mio collega con occhi nuovi. Inizio a capirne le difficoltà e le potenzialità e provo ad incoraggiare i colleghi a fidarsi.
Poco tempo dopo, eccogli affidato un incarico delicato, che da anni non riusciva a decollare. Il suo approccio diverso si dimostra vincente e finalmente qualcosa si muove e presto arrivano i primi frutti.
Le difficoltà di certo non spariscono ma grazie a questo successo i rapporti migliorano.


Edvige - Alla conferenza in programma nel pomeriggio a scuola, che si annuncia barbosissima, una collega che incontro a volte in sala docenti cerca un posto accanto a me. Non è un tipo facile, brontola spesso e il suo linguaggio mi offende. Le libero il posto occupato dallo zaino per farla sedere e le offro il riparo della mia giacca a vento per uno spiffero che arriva da dietro. Inizia a parlarmi del libro che sta leggendo e lo fa con passione.
Non riesco a seguire sia lei che la conferenza, quindi decido di ascoltarla a fondo. Scopro, da quello che mi spiega del libro, dell'autrice e della disciplina che insegna, che è una donna sensibile, aperta e con un forte ideale di giustizia e uguaglianza. L'amore con cui l'ho ascoltata mi ha "cambiato gli occhi". Incontrarla ora diventa un momento bello di condivisione.