La splendida utopia (pensare ciò che non c'è) di Sfera: in Congo un progetto innovativo e coraggioso

Educare per condividere. Si potrebbe sintetizzare così il progetto dell’Associazione SFERA: l’educazione come via preferenziale per la promozione umana. SFERA (acronimo di Sviluppo, Fraternità, Educazione, Responsabilità, Accoglienza), ha cuore nel mondo, sede progettuale a Brescia, e come ispiratore l’arcivescovo mons. Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica della Santa Sede, che fin dai primi impegni a servizio della sua Diocesi si è sempre occupato di scuola, di formazione, di educazione.

Nel mese di febbraio Eugenio Ferri - focolarino che vive nel Focolare di Brescia, medico chirurgo dell'Ospedale di Piacenza, con una importante esperienza africana alle spalle - ha fatto parte di una delegazione dell'Associazione che ha visitato in Congo il cantiere di un impegnativo progetto.





La realtà problematica dell'Africa
che però non perde la speranza

di Eugenio Ferri


All’origine di SFERA c’è un progetto di educazione umana globale intitolato “Maison de paix”, pensato per una specifica realtà di Kikwit, città del Congo di circa un milione di abitanti: SFERA ha costruito scuole per l’infanzia, scuole primarie, un piccolo centro salute e il convento per le suore Angeline Francescane che abiteranno la struttura. Nel progetto sono previsti luoghi e possibilità di incontro e formazione che vuole lasciarsi coinvolgere e formare dallo scambio culturale ed umano con la popolazione: scuole di cucito innestate con le tradizioni locali, corsi di pittura, musica; ma anche laboratori di artigianato e formazione sanitaria.

UN VIAGGIO PER CONOSCERE, PER DARE (E PRENDERE) SLANCIO

A riguardo della formazione sanitaria come via di sviluppo, il mese scorso sul posto ho partecipato, con altre cinque persone dell’Associazione (la fotografia è stata scattata il giorno della partenza verso l'aeroporto a Milano, il 5 febbraio), ad un sopralluogo delle strutture di Kikwit, ma, soprattutto, per conoscere le persone che potrebbero lavorarvi: un’ostetrica, un tecnico di laboratorio, un’amministrativa, le suore infermiere, un giovane medico.

PER GLI AMBULATORI C’E’ BISOGNO DI TUTTO

Mentre la scuola materna potrà iniziare da settembre, gli ambienti destinati agli ambulatori necessitano di modifiche strutturali; ma da subito occorre pensare alle attrezzature di base, strumenti per il laboratorio, ecografi , elettrocardiografo, lettini per la consultazione. Insomma, c’è bisogno di tutto, che tradotto in cifre assomma a circa 40.000 euro.

PENSANDO L’OSPEDALE CHE VERRÀ

Se il progetto globale è l’educazione, anche il centro salute nasce per diventare un giorno un ospedale di formazione per la popolazione, per il personale locale, con equipe di medici e infermieri di nazionalità diverse che generosamente si avvicenderanno a Kikwit per periodi più o meno lunghi.

La sala operatoria e le degenze saranno necessarie per le emergenze attuali, che sono la patologia in gravidanza, la pediatria e la cura delle principali malattie infettive, la malaria e il tifo, la tubercolosi e l’AIDS. Per questa parte della realizzazione si stima un investimento di 350.000 euro: purtroppo non si può contare sul sostegno e sul contributo dello Stato, né oggi né in futuro; quel poco che si potrà raccogliere in loco verrà dalle simboliche rette che verranno chieste ai pazienti, certamente insufficienti a garantire un servizio dignitoso e umano.

UNA STRADA NUOVA NEL SOLCO DELLA CHIESA-COMUNIONE

Un’altra particolarità del progetto è che si presenta come esperienza ecclesiale di collaborazione tra il Movimento dei Focolari, le suore Angeline Francescane e tutti quelli di buona volontà; una strada nuova aperta dal concetto di chiesa-comunione che occorre alimentare con incontri, riflessione e approfondimento, ma soprattutto nell'esercizio della carità reciproca, provata nel servizio di Cristo nel fratello.

Su queste basi tornerò, con amici e colleghi, per continuare a collaborare a questo coraggioso e innovativo progetto.