Pochi aggettivi e tanta concretezza. Le esperienze di otto giovani Volontari di Trento: con la testa e con i muscoli

Il più giovane è Luca e ha 29 anni: lavora nell’ufficio acquisti di una grande azienda metalmeccanica; poi ci sono Mario, 30 anni, ed Ivan, 39 anni, che lavorano per le ferrovie; Francesco, 30 anni, operatore sociale in un centro di accoglienza per richiedenti asilo; Andrea, 40 anni, medico. Sono tutti di Trento e dintorni, umanamente, professionalmente, culturalmente diversissimi, che condividono però il desiderio di costruire un mondo migliore. Come? Lo hanno raccontato attraverso le loro scelte e le esperienze che ne derivano durante il congresso che si è tenuto lo scorso fine settimana nel Centro Mariapoli “Luce” di Frontignano e che ha visto riuniti 300 tra Volontarie e Volontari delle province di Trento, Bolzano, Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona.


CI VUOLE UNA PREMESSA

Una delle caratteristiche più nuove del Carisma che Chiara Lubich ha portato nel mondo è quella della spiritualità collettiva. “Ci si fa santi insieme” ripeteva spesso la fondatrice del Movimento dei Focolari. Ed è per questo che la vita dell’Opera di Maria – il nome con cui la Chiesa ha riconosciuto e approvato il Movimento – è organizzata in piccoli gruppi di persone che fanno del Vangelo la bussola della loro vita e si incontrano periodicamente per mettere in comune l’esperienza del quotidiano e quella spirituale.

Luca, Mario, Ivan, Francesco e Andrea fanno questo percorso insieme, aiutandosi ad essere fedeli all’impegno che hanno scelto e a tradurlo in azioni concrete. Ed è questa “vita di nucleo” che hanno portato al congresso, raccontata con pochi aggettivi ma tanta sostanza.

IL TAXI IN BURUNDI

Ivan parla di Fabien, un Volontario del Burundi (che Andrea, il medico, ha conosciuto in un periodo di servizio che ha passato nel paese africano) che chiede aiuto per comperare un’automobile e iniziare a lavorare come tassista. Ivan ne parla con la moglie e insieme mettono a disposizione quel che possono; al loro contributo si aggiunge quello degli altri del nucleo. Con questi soldi l’amico burundese potrà comprare il mezzo che gli serve per lavorare e garantire una vita dignitosa a se stesso e ai suoi. Restituirà il denaro, che però non prenderà la strada del Trentino: Ivan e gli altri del nucleo gli hanno detto di fare quando, quanto e come potrà, versando i soldi ad una associazione di microcredito che li reinvestirà per opere in loco.

QUEL SABATO DI LAVORO DA REINVENTARE 

A Mario viene chiesto sul lavoro di fare una giornata di straordinario. Non ne ha voglia: preferirebbe passare il sabato in famiglia. Com'è – si chiede – che posso trasformare in positivo questa situazione? Facendolo per una buona causa! I soldi delle ore straordinarie finiscono cosi tra gli aiuti per i poveri nella giornata mondiale voluta da Papa Francesco per far crescere sensibilità su questo problema.

L'ECONOMIA DI COMUNIONE CHE CONQUISTA I GIOVANI

Luca si è laureato con una tesi sull’Economia di Comunione. E’ un tema che appassiona tantissimo i giovani, incuriositi da una teoria economica che ribalta concetti come mercato, profitto, gratuità dono, felicità. Sono tante le scuole che chiedono al Movimento dei Focolari di Trento la disponibilità ad andare a presentare il progetto nato da una intuizione di Chiara Lubich. Luca ne è ben contento. Dà anche il suo contributo alla stesura di un piano formativo a supporto delle ore di alternanza scuola-lavoro e costituisce insieme ad altri un gruppo dalle competenze più diverse per poter rispondere in maniera coordinata alle domande delle scuole.

IL PAPA, I POVERI E IL TEMPO DA DONARE

Anche Francesco si lascia interrogare dalle parole del Papa in occasione della Giornata mondiale per i poveri. Che fare? Propone agli amici di garantire il servizio un giorno la settimana all’Opera Bonomelli dove tutte le sere, tutto l'anno, si accolgono persone senza dimora che cercano un luogo riparato per trascorrere la notte. Per cominciare manca solo l’ok dell’organizzazione, ma loro sono pronti.

QUEL DIFFICILE INVITO A PRANZO PER L'IMMIGRATO SENEGALESE

Andrea incontra spesso un cittadino senegalese che gli chiede aiuto. Non sa come fare, da che parte cominciare. Ne parla in nucleo e insieme a Mario decidono di invitare a pranzo l’immigrato e di mettersi con lui a setacciare tra le offerte di lavoro qualcosa che possa aiutarlo a risollevare la sua condizione. Da solo non sarei mai riuscito a fare una cosa del genere – racconta Andrea – sia per riservatezza mia che per non mettere a disagio quella persona nel bisogno, ma fatta insieme a Mario è stata una cosa del tutto normale, senza alcun imbarazzo.

UNITI SEMPRE


“Ci si fa santi insieme”, diceva Chiara. E insieme si fanno passi che mettono al riparo dall’orgoglio personale per declinare tutto al plurale. Ecco spiegata anche l’ultima raccomandazione che i cinque ci affidano, quella di ricordare anche gli altri tre componenti del loro gruppo che non hanno potuto partecipare al congresso: Alessandro, 35 anni, falegname; Giovanni, 32 anni, giornalista; Florin, 40 anni, muratore. Perché si può essere uniti anche se costretti a stare lontano.