In 450 per l'avvio del nuovo anno ideale del Movimento dei Focolari. Le parole chiave: capire, aspettare, pazientare, ascoltare, sostenere

Un’intensa giornata di aggiornamento, di riflessione e di condivisione quella che ieri ha riunito al Centro Mariapoli di Frontignano 450 aderenti al Movimento dei Focolari delle province di Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona. Si è trattato dell’appuntamento che tradizionalmente, in tutte le realtà del mondo in cui è presente l’Opera di Maria (denominazione che nell'ufficialità si accompagna sempre a quella più comune di Movimento dei Focolari) segue l’incontro annuale dei responsabili nelle diverse zone del mondo con la presidente Maria Voce e il Consiglio generale del Movimento.

MARIA CI SPINGE A SPERARE SEMPRE

Il cuore della mattinata è stata un’intensa riflessione sulla figura di Maria, tema che durante tutto l’anno accompagnerà la formazione e la vita dell’Opera: “Vogliamo approfondire la conoscenza della madre di Gesù – ha detto Maria Voce – ma soprattutto riviverla perché, in ogni punto dove siamo, chiunque ci avvicini possa trovarsi accanto un cuore di madre che sa capire, aspettare, pazientare, ascoltare, sostenere". Per “essere Maria oggi”, ha continuato, “dobbiamo soprattutto vivere la Parola di Dio, incarnare la Parola nella nostra vita” per comunicarla, per farne dono agli altri: “Maria ci spinge a sperare sempre, ad aiutare tutti ad andare avanti con gli occhi fissi all’orizzonte, nella certezza che motore della storia è Dio e Dio è Amore”.

NEL 2019 UNA MARIAPOLI EUROPEA

Un altro momento importante della mattinata è stata la sintesi dell'incontro dei responsabili del Movimento nel mondo, due settimane di condivisione e di confronto per fare di punto della situazione sull'oggi del Movimento dei Focolari. Ad aggiornare dei lavori sono stati Aurora Nicosia e Antonio Olivero, incaricati dell'Opera in Italia per la comunicazione e gli aspetti organizzativi.

E' stato come fare il giro del mondo attraverso esperienze e testimonianze di grande impegno e concretezza: il progetto Ecoleaders in Africa per formare nel segno della fraternità e con le competenze migliori nuove generazioni in grado di ricoprire incarichi di responsabilità a servizio dei loro popoli; la messa in rete in America Latina di numerose opere sociali con percorsi di accompagnamento, di dialogo, di comunione; l'affiancamento della Zona Italia alla Zona del Medio Oriente per fare ancora più intenso e profondo il dialogo tra culture e religioni, strumento di integrazione e via per la pace.

Tra le novità emerse dall'incontro dei responsabili, la decisione di dare vita nel 2019 a Tonadico e Fiera di Primiero, dove per dieci anni, dal 1949 al 1959, si fecero i primi incontri estivi del nascente Movimento dei Focolari, ad una Mariapoli europea.

IL LUNGO E COINVOLGENTE PERCORSO DEL GENFEST 2018

Ad aprire la giornata erano stati però i ragazzi che durante i mesi estivi hanno vissuto l’esperienza dei “Cantieri” – settimane caratterizzate dalla vita comune, da alcuni impegni in ambito sociale e dalla formazione sui temi della fraternità – e i giovani impegnati nel percorso che a luglio del prossimo anno terminerà a Manila, nelle Filippine, per il Genfest.

"Parliamo di percorso - ha spiegato Sofia a nome di tanti giovani che erano con lei sul palco del Centro Mariapoli - perché il Genfest lo vogliamo costruire partendo dalle nostre comunità locali coinvolgendo quanti più giovani possiamo, per arrivare insieme al pre Genfest che faremo a Loppiano tra fine aprile e il primo maggio. In questo modo chi andrà a Manila non andrà semplicemente a fare una bella esperienza personale ma sarà il frutto dell'impegno e del respiro di una comunità".

PER CAMBIARE LE COSE CHE NON VANNO
OCCORRE PRIMA UN CAMBIAMENTO PERSONALE

Questo cambio di prospettiva nelle esperienze dei giovani del Movimento dei Focolari è avvenuto anche al Summer Campus che nei mesi estivi si è fatto a Siracusa in uno dei quartieri dove la quotidianità è più difficile che altrove, e dove per i bambini e i ragazzi, spesso, non ci sono le condizioni di serenità che dovrebbero accompagnare la loro crescita.

"Mi sono chiesto - ha raccontato Mattia, un giovane di Brescia che è stato al Summer Campus - che senso avesse vivere con i bambini, farli giocare e dare loro attenzione e affetto in quei pochi giorni per poi doverli lasciare e vederli tornare al loro difficile vissuto. Davvero pensavamo di cambiare una situazione aggrovigliata da tanti anni di disagio urbano e sociale stando lì una settimana? Devo dire che la risposta a quella inquietudine l'ho trovata quando mi sono reso conto che in realtà ero io che stavo cambiando, che era quella realtà che mi costringeva a cambiare, a mettermi in gioco non per una settimana ma ogni giorno, là dove sono e con chi incontro".


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