Il dialogo che ci cambia. Cristiani e musulmani insieme per cammini di fraternità

"Quella signora io non la conosco, ma lei sì che sa cos'è il dialogo!”. Usman è un musulmano che vive a Romano di Lombardia e che domenica scorsa ha partecipato al Centro Mariapoli di Fontignano all’ incontro interreligioso sul tema “L’arte del dialogo come via per costruire la pace”. Si riferisce a Chiara Lubich ascoltata poco prima in un video: “Le sue parole mi sono entrate nel cuore e nella mente”.





IN CAMMINO PER LA FRATERNITÀ

Quello di domenica è stato il quarto incontro di “Cammini di fraternità” (nei precedenti si era affrontato il tema della misericordia, della preghiera e della pace), un’occasione di approfondimento e di confronto con il mondo musulmano promosso dal Movimento dei Focolari, insieme al Centro culturale Islamico di Brescia, al Coordinamento provinciale dei Centri islamici, alla Federazione islamica della Lombardia; hanno aderito all’iniziativa anche l'Associazione marocchina Convergence e l'Associazione pachistana Minhaj-Ul-Quran, con la quale il Movimento è recentemente entrato in contatto.

A condurre l’incontro collegandone i diversi momenti sono stati Pierangelo Pezzotta (che con Silvana Platto segue per il Movimento il dialogo interreligioso), Alyaa Salmoun e Nesaiba Ait Allali.
Il mondo si è bruscamente rimpicciolito – ha detto Silvana salutando i circa 150 presenti – e le distanze hanno cessato di essere un ostacolo, ma fatichiamo a riconoscerci famiglia umana. Per questo abbiamo bisogno di far crescere una cultura del dialogo e riscoprirne le fonti presenti in tutte le grandi religioni”.

IL DIALOGO VERO È PREMESSA PER LA PRESENZA DI DIO FRA NOI

Particolarmente significativa la scelta del video di Chiara Lubich che ha aperto l’incontro, il brano di una conversazione del giugno 2004 sul futuro della società multietnica, multiculturale e multireligiosa. "Quando entriamo in dialogo fra noi delle più varie religioni – diceva la fondatrice del Movimento dei Focolari – quando ci apriamo l'un l'altro nel dialogo fatto di benevolenza umana, di stima reciproca, di rispetto, di misericordia, ci apriamo anche a Dio e facciamo in modo che Dio sia presente in mezzo a noi".

SE IL DIALOGO È AUTENTICO ANCH’IO SO MEGLIO CHI SONO

Sul senso e sul valore del dialogo nell’Islam è intervenuto Ajam Omar, portavoce del Centro Culturale Islamico di Brescia: “Nel dialogo ogni uomo è completato dal dono dell'altro, abbiamo bisogno gli uni degli altri per essere noi stessi. Il dialogo non è conversazione né discussione, ma qualcosa che va nel profondo, perché nel dialogo regalo all'altro la mia alterità. E quando questo succede anch'io so meglio chi sono”.

ESPERIENZE E IMPRESSIONI

Vari interventi hanno animato poi la seconda parte dell’incontro con la presentazione di alcune esperienze di dialogo è la condivisione delle riflessioni sugli approfondimenti proposti.

Conferenze di questo genere – ha detto l’imam dell'associazione Minhaj-Ul-Quran – devono essere organizzate più che si può. Per noi è stato un onore e un piacere aver partecipato e vogliamo lavorare insieme a tutti voi”.

Ci ha fatto impressione vedere la maturità, spirituale e umana, dei tanti giovani presenti – hanno sottolineato alcune persone del Movimento che avevano accompagnato degli amici musulmani di Mantova - e la capacità di cogliere in profondità il discorso di Chiara, anche di chi l’ha ascoltata per la prima volta”.

L’ARPISTA E L’EX ALLIEVO

Momenti di preghiera musulmana e cristiana, accolti reciprocamente da un silenzio partecipe e rispettoso, sono stati sottolineati musicalmente dalle note dell’arpista Cristina Ghidotti accompagnata da un suo ex alunno, il flautista Ala Edine Hassen.