A due settimane dall'appuntamento di Loppiano Lab [iscrizioni on line cliccando QUI] pubblichiamo l’esperienza di Giuliana Zubani e Giovanni Bertagna che ormai da diversi anni hanno lasciato l’attività imprenditoriale avviata a Brescia per trasferirsi nella cittadella internazionale del Movimento dei Focolari mettendo la loro esperienza al servizio del progetto di Economia di Comunione. E sarà proprio l’incontro annuale di Economia di Comunione, venerdì 29 settembre, ad aprire l’appuntamento di LoppianoLab 2017, con Giuliana e Giovanni che interverranno ad una tavola rotonda intitolata “Beni relazionali e lavoro”.
Ma come hanno incontrato nella loro storia il Movimento dei Focolari? Cosa ha rappresentato nella loro vita? Come hanno deciso di vivere le sollecitazioni di Chiara Lubich perché nascesse un’esperienza di economia nuova? E perché hanno lasciato le loro sicurezze per trasferirsi a Loppiano?
Un caffè e un gomitolo di lana provando a mettere d'accordo "economia" e "comunione"
Giovanni
Sia io che Giuliana proveniamo da due famiglie di imprenditori bresciani dalle quali abbiamo ereditato, oltre ad un discreto patrimonio, tanti valori cristiani e umani come: l'onesta la generosità e il grande valore del lavoro. Abbiamo 4 figli e 8 nipoti. Quando nel 1974 abbiamo conosciuto il Movimento dei Focolari stavamo vivendo un periodo non facile nella nostra vita di coppia.
Giuliana
Partecipavo ad una “Mariapoli”, un incontro annuale che il Movimento organizza per far conoscere e sperimentare il Vangelo vissuto, e fui colpita da questa frase: "Non puoi amare Dio che non vedi se non ami il fratello che vedi". Abbiamo così iniziato un nuovo rapporto in famiglia cercando di accettare tutti così come sono, senza la pretesa di cambiare l'altro; questa vita a contagiato tutta la parentela fratelli sorelle genitori amici.
Giovanni
Un altro momento importante della nostra vita è stato nel 1991 quando Chiara Lubich , visitando la comunità del Movimento dei Focolari in Brasile, a San Paolo, lanciò il progetto Economia di Comunione. È stato per me un colpo di fulmine, un dono inaspettato che mi ha fatto decidere di lasciare l'azienda paterna e iniziare una piccola attività produttiva nel settore tessile. Avevo appena compito 50 anni ma sentivo forte il desiderio di provare a coniugare quei due termini apparentemente così distanti. È' nata così la “Bertagna Filati” con 8 collaboratori e un lavoro indotto per diversi artigiani; ci si sentiva tutti parte di una comunità aziendale, quasi una famiglia, dove tutti conoscevano il progetto e la mission e ciascuno si sforzava per cercare di attuarla. Non sono stati anni facili, ma insieme abbiamo superato tante difficoltà, condiviso anche qualche successo, imparando che nella gestione aziendale possono essere vissuti nuovi termini come "dono" e "provvidenza": in una fase aziendale più problematica del solito, questo ha significato per i collaboratori ridursi l'orario di lavoro e lo stipendio, ma anche constatare nel giro di poco tempo la possibilità “provvidenziale” di ripartire grazie all'acquisizione di nuova clientela internazionale.
Giuliana
Nel 2004 si stava costruendo a Loppiano il “Polo Lionello Bonfanti” e subito è nato il desiderio di trasferire parte della nostra azienda per condividere con altri imprenditori il progetto dell’Economia di Comunione. Così nel 2006 abbiamo lasciato la nostra città, venduto casa, lasciare figli , nipoti, parenti e amici per trasferirci a Loppiano dove abbiamo trovato una famiglia più grande che ci ha accolti con gioia.
Giovanni
Dopo uno studio di fattibilità abbiamo visto che non era possibile spostare l'azienda ma la grande fede di mia moglie e il confronto con altri imprenditori, ha dato vita ad una nuovissima idea: vendere i nostri prodotti all'interno di un bar che abbiamo chiamato Philocafé: la redditività di questo luogo, secondo i nostri progetti, doveva venire dalla gestione del bar e non dalla vendita di gomitoli. Così non è stato. Personalmente sono andato molto in crisi; però da questo apparente fallimento si è sviluppata maggiormente la vendita della lana e grazie ai rapporti nati con la nostra clientela abbiamo scoperto il grande valore dei beni relazionali.
Giuliana
Con il semplice passaparola si è sviluppata una rete di clientela che ci ha permesso negli anni di raggiungere una parità di bilancio. E ci ha permesso anche di parlare alle persone che incontravamo della cultura del dare, riuscendo a raccogliere aiuti che hanno contribuito a sostenere una famiglia siriana. Abbiamo poi ospitato una giovane stagista che al termine del suo percorso ha aperto una piccola attività in Giappone secondo i principi di Economia di Comunione. E anche due nostre collaboratrici, aiutate da noi, hanno iniziato un’avventura imprenditoriale aprendo un punto vendita a Firenze.
Giovanni
Da un anno e mezzo abbiamo smesso l'attività al Polo è così siamo più disponibili nella cittadella per vari servizi e in particolare per raccontare la nostra esperienza imprenditoriale ai visitatori, con le nostre diverse identità, la mia più vicina all'uomo è quella di Giuliana più spirituale. Questo ci ha fatto capire, in questi dieci anni, che il Polo Lionello Bonfanti non è solo la casa degli imprenditori ma la casa di tutti coloro che vogliono coniugare economia e comunione .
Giuliana
LoppianoLab ci vede coinvolti e impegnati da sempre. E’ un momento speciale di protagonismo civile, di studio e di formazione alla fraternità universale. Una nostra nipote dopo avere partecipato al meeting dello scorso anno ci ha scritto: “Per me LoppianoLab è l'opportunità di affrontare temi socio-politici in maniera seria. Liberati da populismo e da punti di vista miopi, abbiamo la possibilità di sentir parlare persone competenti. Inoltre gli interventi hanno la particolarità di portare esempi di uno spaccato d'Italia, che nella complessità delle realtà, cerca soluzioni”.
Ma come hanno incontrato nella loro storia il Movimento dei Focolari? Cosa ha rappresentato nella loro vita? Come hanno deciso di vivere le sollecitazioni di Chiara Lubich perché nascesse un’esperienza di economia nuova? E perché hanno lasciato le loro sicurezze per trasferirsi a Loppiano?
Un caffè e un gomitolo di lana provando a mettere d'accordo "economia" e "comunione"
Giovanni
Sia io che Giuliana proveniamo da due famiglie di imprenditori bresciani dalle quali abbiamo ereditato, oltre ad un discreto patrimonio, tanti valori cristiani e umani come: l'onesta la generosità e il grande valore del lavoro. Abbiamo 4 figli e 8 nipoti. Quando nel 1974 abbiamo conosciuto il Movimento dei Focolari stavamo vivendo un periodo non facile nella nostra vita di coppia.
Giuliana
Partecipavo ad una “Mariapoli”, un incontro annuale che il Movimento organizza per far conoscere e sperimentare il Vangelo vissuto, e fui colpita da questa frase: "Non puoi amare Dio che non vedi se non ami il fratello che vedi". Abbiamo così iniziato un nuovo rapporto in famiglia cercando di accettare tutti così come sono, senza la pretesa di cambiare l'altro; questa vita a contagiato tutta la parentela fratelli sorelle genitori amici.
Giovanni
Un altro momento importante della nostra vita è stato nel 1991 quando Chiara Lubich , visitando la comunità del Movimento dei Focolari in Brasile, a San Paolo, lanciò il progetto Economia di Comunione. È stato per me un colpo di fulmine, un dono inaspettato che mi ha fatto decidere di lasciare l'azienda paterna e iniziare una piccola attività produttiva nel settore tessile. Avevo appena compito 50 anni ma sentivo forte il desiderio di provare a coniugare quei due termini apparentemente così distanti. È' nata così la “Bertagna Filati” con 8 collaboratori e un lavoro indotto per diversi artigiani; ci si sentiva tutti parte di una comunità aziendale, quasi una famiglia, dove tutti conoscevano il progetto e la mission e ciascuno si sforzava per cercare di attuarla. Non sono stati anni facili, ma insieme abbiamo superato tante difficoltà, condiviso anche qualche successo, imparando che nella gestione aziendale possono essere vissuti nuovi termini come "dono" e "provvidenza": in una fase aziendale più problematica del solito, questo ha significato per i collaboratori ridursi l'orario di lavoro e lo stipendio, ma anche constatare nel giro di poco tempo la possibilità “provvidenziale” di ripartire grazie all'acquisizione di nuova clientela internazionale.
Giuliana
Nel 2004 si stava costruendo a Loppiano il “Polo Lionello Bonfanti” e subito è nato il desiderio di trasferire parte della nostra azienda per condividere con altri imprenditori il progetto dell’Economia di Comunione. Così nel 2006 abbiamo lasciato la nostra città, venduto casa, lasciare figli , nipoti, parenti e amici per trasferirci a Loppiano dove abbiamo trovato una famiglia più grande che ci ha accolti con gioia.
Giovanni
Dopo uno studio di fattibilità abbiamo visto che non era possibile spostare l'azienda ma la grande fede di mia moglie e il confronto con altri imprenditori, ha dato vita ad una nuovissima idea: vendere i nostri prodotti all'interno di un bar che abbiamo chiamato Philocafé: la redditività di questo luogo, secondo i nostri progetti, doveva venire dalla gestione del bar e non dalla vendita di gomitoli. Così non è stato. Personalmente sono andato molto in crisi; però da questo apparente fallimento si è sviluppata maggiormente la vendita della lana e grazie ai rapporti nati con la nostra clientela abbiamo scoperto il grande valore dei beni relazionali.
Giuliana
Con il semplice passaparola si è sviluppata una rete di clientela che ci ha permesso negli anni di raggiungere una parità di bilancio. E ci ha permesso anche di parlare alle persone che incontravamo della cultura del dare, riuscendo a raccogliere aiuti che hanno contribuito a sostenere una famiglia siriana. Abbiamo poi ospitato una giovane stagista che al termine del suo percorso ha aperto una piccola attività in Giappone secondo i principi di Economia di Comunione. E anche due nostre collaboratrici, aiutate da noi, hanno iniziato un’avventura imprenditoriale aprendo un punto vendita a Firenze.
Giovanni
Da un anno e mezzo abbiamo smesso l'attività al Polo è così siamo più disponibili nella cittadella per vari servizi e in particolare per raccontare la nostra esperienza imprenditoriale ai visitatori, con le nostre diverse identità, la mia più vicina all'uomo è quella di Giuliana più spirituale. Questo ci ha fatto capire, in questi dieci anni, che il Polo Lionello Bonfanti non è solo la casa degli imprenditori ma la casa di tutti coloro che vogliono coniugare economia e comunione .
Giuliana
LoppianoLab ci vede coinvolti e impegnati da sempre. E’ un momento speciale di protagonismo civile, di studio e di formazione alla fraternità universale. Una nostra nipote dopo avere partecipato al meeting dello scorso anno ci ha scritto: “Per me LoppianoLab è l'opportunità di affrontare temi socio-politici in maniera seria. Liberati da populismo e da punti di vista miopi, abbiamo la possibilità di sentir parlare persone competenti. Inoltre gli interventi hanno la particolarità di portare esempi di uno spaccato d'Italia, che nella complessità delle realtà, cerca soluzioni”.