Gino Lubich e Silvio Venturini: pronti a morire per la libertà, di tutti

Si saranno mai incontrati Gino e Silvio? Certo è che le loro storie sono legate dallo stesso filo: la lotta partigiana che portò alla liberazione dall'occupazione nazifascista degli ultimi anni della seconda guerra mondiale.

Dell’adesione alla Resistenza di Gino Lubich (21 gennaio 19184 settembre 1993) – fratello maggiore di Chiara, la fondatrice del Movimento dei Focolari – si racconta largamente in un volume di cui il nostro sito ha scritto qualche mese fa.

Ed è proprio in quelle pagine che un lettore attento e appassionato come Carlo Cominetti (foto) ha trovato la citazione del bresciano Silvio Venturini; ne è nata una piccola ma rigorosa indagine storica alla ricerca di riscontri e di possibili collegamenti.



Una ponderata riflessione di carattere morale


Allora Carlo, dal libro su Gino Lubich sappiamo che una spia trentina denunciò Silvio Venturini dopo averlo incontrato nella sua casa “a Brescia in via Monte Suello 6”. Dove sei andato a cercare altre notizie sulla vicenda?
All’Archivio Storico della Resistenza Bresciana. E qualcosa ho trovato, grazie alla disponibilità e alla competenza di Rolando Anni, ricercatore appassionato, già docente dell’Università Cattolica e collaboratore dell’Archivio.

Cosa hai trovato?
Vi risparmio le note sul fondo, fascicolo e busta, ma l’Archivio conserva un dattiloscritto con la data 4 giugno 1945 firmato da Silvio Venturini e una sua scheda personale datata 11 agosto 1945 con i dati anagrafici e l’attività svolta durante il periodo bellico e immediatamente precedente.

Cosa raccontano questi documenti?
Silvio era nato a Brescia il 25 agosto del 1906. Ragioniere, lavorava presso la “Metallurgica Bresciana già Tempini”. All’epoca dei fatti aveva dunque 38 anni, non era più giovanissimo, a differenza della maggior parte dei componenti la Resistenza. La sua adesione alla lotta di liberazione non era sostenuta dallo slancio e dall'entusiasmo dell’età, ma determinata da una ben ponderata riflessione di carattere morale.

La svolta della lotta partigiana è segnata dalla firma dell’armistizio del Governo Badoglio con gli Alleati. Silvio cosa fece?
Dopo l’8 settembre 43 prese contatti con le Fiamme Verdi a Riva di Trento, e più precisamente – si legge nelle carte di Silvio – “con il povero Franchetti Gastone”, un’annotazione che si capirà all’epilogo della storia. La sua attività fu quella di ufficiale di collegamento tra la zona di Brescia e quella dell’Alto Garda trentino. Partecipò anche ad attività clandestina di informatore attingendo a notizie tramite elementi provenienti dal Comando Militare Provinciale di allora. Attività bruscamente interrotte in seguito al suo arresto avvenuto il 28 giugno 1944 ad opera della Feldgendarmerie, la gendarmeria tedesca che sosteneva le milizie fasciste rimaste fedeli a Mussolini. Il 3 luglio 1944 Silvio Venturini venne richiuso nel carcere di Canton Mombello a Brescia; vi rimase sino all’8 novembre, data in cui, dopo una settimana di carcere a Verona, venne internato nel campo di concentramento delle SS a Bolzano.

Nel dattiloscritto o nella scheda ci sono riferimenti alla prigionia?
Silvio scrive: “Durante gli interrogatori fui battuto a sangue ma grazie a Dio dalla mia bocca non uscì né un nome né una parola…!”.

L’arresto avvenne per la denuncia fatta dalla spia di cui si parla nel libro dedicato a Gino Lubich?
Sì. Il rapporto della spia infiltratasi tra le fila partigiane trentine porta la data del 7 giugno; l’arresto di Silvio Venturini avviene, come detto, il 28 giugno. Sulla base dello stesso rapporto di quella spia Gino Lubich venne arrestato il successivo 8 luglio; in carcere con lui fini anche Gastone Franchetti, tenente della Julia, primo contatto di Silvio con la Resistenza. Gino e Gastone vennero processati insieme dal Tribunale di Bolzano: per salvare la vita dei compagni finiti in carcere con lui, Franchetti si assunse tutte le responsabilità dell’attività svolta nelle zone di Trento e Brescia e per questo fu condannato a morte e fucilato il 29 agosto 44; Lubich invece venne condannato a sei anni da scontare nel campo di concentramento di Bolzano.

E’ possibile che Silvio e Gino si siano incontrati durante l’internamento nel campo di concentramento di Bolzano?
Non abbiamo alcun riscontro, ma per le attività svolte e le conoscenze comuni è sicuramente possibile che i due abbiano avuto l’opportunità di incontrarsi. E forse Gino avrà condiviso quello che gli arrivava nei pacchi che saltuariamente la famiglia Lubich riusciva a fargli pervenire.

Quand'è che Silvio fece ritorno a Brescia?
Venne scarcerato, grazie all'interessamento della sua azienda, nel febbraio del 1945.

Tutte le date che abbiamo ricordato videro in parallelo la nascita, a Trento, del Movimento dei Focolari!
Beh, sì. Quando Silvio Venturini fece rientro a casa, era poco più di un anno che Chiara Lubich aveva iniziato con le sue prime compagne a vivere esclusivamente per Dio, il solo ideale che nessuna bomba avrebbe mai potuto distruggere.
Quell'Ideale che Silvio respirò poi in famiglia, perché la moglie, Elisa, vi aderì convintamente.