"Raccontare in poche righe l'esperienza vissuta ad Amatrice è molto riduttivo. Dal 26 agosto al 2 settembre abbiamo dato una mano nel campo Caritas di Amatrice. Eravamo una trentina di ragazzi provenienti da tutta Italia. Ci siamo subito inseriti con gli abitanti del posto e abbiamo vissuto nei container di alluminio come loro. Abbiamo condiviso le loro vite, esperienze, dolori, lutti e speranze.
Siamo stati divisi in cinque gruppi secondo le nostre capacità ed esperienze. C’è chi lavorava nelle famiglie, chi stava con i bambini, chi cucinava, chi animava campi estivi e chi, come me, era nel centro d’ascolto. Mia sorella Marisa si è dedicata ai bambini, all'animazione; io invece ero incaricata di fare un murales sul quale abbiamo dipinto una frase di speranza per gli amatriciani: "A chi ha perso tutto e riparte da zero".
Siamo stati divisi in cinque gruppi secondo le nostre capacità ed esperienze. C’è chi lavorava nelle famiglie, chi stava con i bambini, chi cucinava, chi animava campi estivi e chi, come me, era nel centro d’ascolto. Mia sorella Marisa si è dedicata ai bambini, all'animazione; io invece ero incaricata di fare un murales sul quale abbiamo dipinto una frase di speranza per gli amatriciani: "A chi ha perso tutto e riparte da zero".
La cosa più bella è stato il rapporto che abbiamo creato con i ragazzi di Amatrice ai quali piaceva passare del tempo con noi, aiutandoci, pranzando e giocando insieme. Ci portiamo nel cuore tutte queste persone speciali che abbiamo conosciuto con il proposito di incontrarci ancora il più presto possibile"
Silvia Zubani
Collebeato (Bs)
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