Mantova, controcorrente sull'immigrazione

Gloria, Danilo e Soufian (ma Anche Giovanni, Silvana e Tatò Claude). Il sito internet di Città Nuova, la rivista mensile del Movimento dei Focolari, racconta da Mantova storie che cambiano la prospettiva rispetto alle narrazioni dei media e della politica sull'immigrazione. La storia di Soufiane, un giovane marocchino che vendeva fazzolettini porta a porta e viveva in un pollaio, entra nella vita di Gloria e Danilo Portioli una ventina d’anni fa. Lo accolgono nella loro casa, lo aiutano nella ricerca del lavoro, vivono con lui fatiche e conquiste.

L’EQUILIBRIO E LA SICUREZZA CHE VIENE DALLA FAMIGLIA

«La cosa bella – racconta Gloria a Città Nuova – è stata che siamo riusciti a far trovare un lavoro anche al suo papà, e così, si è potuto fare la ricongiunzione familiare anche con la mamma e la sorella [… che] gli ha ridato quell’equilibrio necessario a farlo crescere sano e integrato». Oggi, Soufiane è sposato e ha 3 bambini, ed è come un altro figlio della famiglia Portioli.

FARE SISTEMA OLTRE L’ACCOGLIENZA

Con questa sensibilità di partenza, Gloria e Danilo, si sono poi messi a disposizione del progetto “Fare sistema oltre l’accoglienza”, nato per favorire l’integrazione sociale e lavorativa dei giovani in condizioni di vulnerabilità economica e sociale, per offrire loro una rete di famiglie su cui contare. 
«Scoprire l’esistenza di questo progetto – aggiungono i Portioli – ci è sembrata una risposta alla domanda che sempre ci eravamo posti di fronte al dramma, al grido, dei profughi che arrivano nel nostro paese: e noi cosa possiamo fare?»
Così la loro casa si apre, anche se per un breve periodo (come prevede il progetto), ad Abass, un giovane del Mali, mentre Totò Claude, un ragazzo della Costa d’Avorio, viene accolto da altri amici di Gloria e Danilo, Silvana e Giovanni Faccioli, che abitano anche loro nel mantovano.

ESPERIENZE CHE CAMBIANO LA PROSPETTIVA

«Aver fatto questa esperienza – conclude Gloria – ti cambia la prospettiva… Intendo, sul discorso profughi. D’improvviso, ti trovi di fronte ad una persona. In tv, vediamo sempre tanti che arrivano, ma con questo progetto tu incontri una persona. […] È come qualcuno che esce dallo schermo della televisione per venire ad abitare con te. Questo cambia tutto, cambia la prospettiva da cui guardare alle cose».