In ricordo di Maria Luisa Capponi: curava le fragilità ascoltando con il cuore

Un anno fa, il 18 luglio del 2016, ci lasciava Maria Luisa Capponi: era nata a Leffe, in provincia di Bergamo, nell’ottobre del 1948. Primogenita di quattro fratelli, era cresciuta in una famiglia dai saldi principi cristiani, con un radicato senso del lavoro e una visione culturale aperta. Le porte di casa Capponi si aprivano così indistintamente a personalità del mondo della cultura, della società civile e religiosa, e ai poveri, agli orfani, ai malati, alle persone più fragili. Con questa sensibilità Maria Luisa intraprese studi umanistici: si laureò prima in Pedagogia all’Università Cattolica a Milano, e poi in Psicologia a Padova. Aveva un carattere piuttosto chiuso e riservato ma si spendeva nel volontariato, con l’Unitalsi e alle Acli. La sua professione le permetteva di andare incontro all’umanità più fragile, in spirito di ascolto e di umile servizio.

L’INVITO CHE LE CAMBIO’ LA VITA
Nell’estate del 1975, durante un viaggio con i malati a Lourdes, un barelliere la invitò ad un incontro del Movimento dei Focolari in programma di lì a poco a Bergamo. Scrisse nel suo diario: “Piuttosto che continuare a starmene chiusa in casa, accetto questa proposta… non sapevo a quale esperienza sarei andata incontro […]”.Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento, parlava del carisma che aveva ricevuto, invitava a portare Dio nel mondo testimoniandolo con il proprio lavoro, con uno sguardo nuovo sull’umanità. Quei giorni diventarono fondamentali per Maria Luisa: la solitudine e l’insicurezza svanirono nell’uscire da sé per amare il prossimo; le ricchezze e i talenti acquistarono significato perché messi al servizio del prossimo.

PER UNA NUOVA UMANITA’
Maria Luisa sentì che quella era la sua vocazione e la concretizzò impegnandosi in Umanità Nuova, la dimensione sociale del carisma di Chiara. Per la sua specifica competenza professionale venne chiamata a far parte di un gruppo di specialisti di differenti discipline impegnati nell’approfondimento delle intuizioni spirituali, culturali e sociali della fondatrice.

L’ECONOMIA DI COMUNIONE, UN SOGNO CHE PASSA ANCHE DAI FALLIMENTI
Quando nel 1991 Chiara lanciò in Brasile il progetto dell’Economia di Comunione, Maria Luisa - che oltre alla professione di psicologa seguiva anche l’aspetto amministrativo dell’azienda di famiglia – coinvolse genitori e collaboratori aderendo al progetto. Non smarri lo stile relazionale dell’Economia di Comunione anche quando, per gli effetti della crisi economica, dovette farsi carico della chiusura dell’azienda, parlando singolarmente con i dipendenti per aiutarli nei passaggi verso nuovi posti di lavoro.

LE PROVE DELLA VITA, LA SALUTE CHE VIENE A MANCARE
La morte dei genitori, la chiusura dell’azienda, la perdita di ogni sicurezza umana furono prove che accompagnano i suoi ultimi anni terreni minando gravemente la sua salute. Le affrontò stringendo sempre più il patto di unità che è caratteristica della vita dei Focolari. “Vivere è come scolpire: – annotò in quei giorni – occorre togliere!”. Il suo funerale riunì moltissimi di coloro che si erano sentiti amati dal suo ascolto profondo e partecipe, componendo un pezzetto di quel mondo unito per il quale Maria Luisa ha vissuto.