L’altro Lubich. Un libro sul partigiano Gino (con un riferimento a Brescia) e la sua storia di giornalista

Leggi "Lubich" e pensi a Chiara, la fondatrice del Movimento dei Focolari. Ma Lubich era anche Gino, fratello di Chiara, che ebbe una movimentata e intensa giovinezza segnata dalla lotta partigiana. Fu poi giornalista nella redazione del quotidiano comunista "L'Unità" fino a quando lasciò il Pci dopo l'invasione sovietica dell'Ungheria nel 1956. Gino lavorò poi per un periodo a Città Nuova e successivamente al Messaggero di Sant'Antonio di cui divenne caporedattore. La sua storia è raccontata in un libro pubblicato da pochi mesi dalla casa editrice trentina Il Margine: “Gino Lubich, partigiano e giornalista”.

AMICO DI OLMI E GIORDANI, ATTACCATISSIMO ALLA SORELLA
Questa nuova biografia di Gino Lubich – testimone di tanti eventi decisivi della storia d’Italia del Novecento, amico fraterno di Ermanno Olmi e di Igino Giordani, oltre che legatissimo alla sorella Chiara – è firmata da Giacomo Massarotto e Piero Lazzarin. Scrive quest’ultimo: “La grandezza e il fascino di Gino forse non derivano solo dai pochi mesi, pur eroici e decisivi, della lotta partigiana, ma dai tanti anni successivi di lavoro a testa bassa, di fatiche oscure ma anche di gioie e soddisfazioni che abbiamo cercato, non senza fatica, di recuperare nei ricordi personali dei figli e di tanti amici che non lo hanno dimenticato».

L’INFILTRATO E LA DENUNCIA DEI PARTIGIANI CHE ARRIVA FINO AL BRESCIANO SILVIO VENTURINI 
Un capitolo del libro è intitolato “Il tradimento” e riporta la dettagliata relazione di una spia, infiltrata tra i partigiani, che portò i fascisti nell'estate del 1944 ad arrestare e incarcerare tantissimi esponenti della Resistenza trentina. In questa relazione – il passaggio è a pagina 42 del libro – c’è anche il nome di un bresciano, “membro del sottocomitato” del Cnl, Silvio Venturini, che la spia denunciò dopo averlo incontrato nella sua casa “a Brescia in via Monte Suello 6”. Non sappiamo come Silvio fronteggiò quella situazione, ma fortunatamente riuscì a cavarsela.

SILVIO, ELISA E LA CASA MESSA A DISPOSIZIONI PER IL FOCOLARE
Nel dopoguerra Silvio Venturini sposò Elisa Pica che faceva parte del primo gruppo di aderenti bresciani al Movimento dei Focolari. Chi l’ha conosciuta racconta di Elisa, scomparsa lo scorso 26 maggio, la bontà e la concretezza: “Una testimonianza di amore che conquistò all'Ideale anche il marito”. E ancora “Elisa è stata una donna generosissima (d'accordo con il marito decise di mettere la sua casa a disposizione del Focolare femminile di Brescia), dalla tenacia inossidabile, assetata di comunione, impegnata anche nella dimensione parrocchiale, innamorata di Dio, della Chiesa, dell'umanità”.