All’ospedale “Chiara Lubich” in Congo prima si viene accolti e curati, poi si paga, per come si può



Un incontro all'insegna dell'amicizia e della solidarietà. È quello vissuto dalla Comunità Locale del Movimento dei Focolari di Casalmaggiore, comune in provincia di Cremona ma non lontano né da Mantova né da Parma, con gli occhi e il cuore aperti sull'Africa, in particolare sulla singolare esperienza dell'Ospedale "Chiara Lubich" di Lubumbashi, nella Repubblica Democratica del Congo. Un luogo di cura dove ha parte importante la professionalità di Eugenio Ferri, medico chirurgo, focolarino che ha vissuto per diversi anni a Brescia e che dal 2020 è stabilmente a Lubumbashi per dare il suo contributo alla funzionalità dell'ospedale e per accompagnare la formazione di nuovi medici.




Attorno ad una tavolata tra racconti, amicizia e solidarietà


C’erano circa una sessantina di persone sedute a tavola insieme al dottor Eugenio Ferri, focolarino e chirurgo volontario in Congo, e a una simpatica coppia di coniugi congolesi arrivati con lui in Italia con una fitta agenda di appuntamenti ad attenderli.

Già lo scorso anno sono stati ospiti della comunità di Casalmaggiore (Cr) e quest’anno, nella serata del 20 gennaio, sono stati accolti a Breda Cisoni, un paesino dove abitano alcuni di noi; un momento conviviale durante il quale ci hanno aggiornati circa il futuro ampliamento dell’ospedale Chiara Lubich a Lumunbashi e soprattutto della vita che lì scorre fra professionalità crescenti ed un costante affidamento alla Divina Provvidenza.


Nel loro racconto Anastase, un imprenditore locale e la moglie Yvette, hanno fatto riferimento costante al Movimento dei Focolari presente in quella terra congolese, con gratitudine e apprezzamento per lo stile che crea costantemente comunità. Di questo ospedale, diventato ora riferimento per un vasto territorio, hanno parlato come un’espressione della Volontà di Dio alla cui adesione hanno indirizzato tutti i loro sforzi, mettendo a disposizione anche il denaro necessario all’ avvio dei lavori per la costruzione dell’ospedale nonostante la precaria situazione sociale e la famiglia numerosa (cinque figli propri ed altrettanti adottati).

Attualmente sono molti gli operatori formati, fra medici ed infermieri, grazie all’impegno costante del dottor Ferri e dei tanti che, colpiti da questa originale esperienza li raggiungono anche dall’Italia per un periodo di servizio. Con i proventi raccolti nella serata è stato possibile offrire il nostro contributo per sostenere questa struttura che svolge anche un essenziale servizio sociale a chi non potrebbe permettersi diversamente nessun tipo di cura medica: all’ospedale “Chiara Lubich” prima si viene accolti e curati e se possibile si paga la prestazione ricevuta!

La cena è stata preparata dal team di cooking for unity, un’originale esperienza che caratterizza la comunità del casalasco da alcuni anni e che ha permesso di coinvolgere tanti nell’organizzazione di rinfreschi, momenti conviviali e concerti domestici, riusciti incontri fra varie tipologie di espressioni musicali e cucina. Chi arriva alle serate cooking condivide con gioia le proprie ricette e impara a non pensare che siano migliori delle altre, accoglie le persone e i suggerimenti di tutti.

La serata, un crocevia di sorrisi ed abbracci fra volti nuovi ed altri rivisti dopo anni, ha regalato gioia e speranza a tutti.

Rossana Lazzari