Mantova e “Passaparola”, il mercatino che aiuta povertà vicine e lontane

Le nostre città sono piene di mercatini. Vintage, hobby, creazioni artigianali, libri, usato degli apparecchi tecnologici, oggettistica d’arredamento e chi più ne ha più ne metta.

A Mantova ce n’è uno, tra i tanti, nato per la vena imprenditoriale di chi, nella comunità locale del Movimento dei Focolari, ha voluto tentare una risposta all'appello per una economia sociale, una economia di comunione.





In cosa è diverso dagli altri il vostro mercatino?
Nella finalità. Il nostro è un mercatino di solidarietà che da circa 15 anni, forse anche qualcosa in più, vuole essere una risposta, piccola ma concreta, all’appello che Chiara Lubich lanciò – tra gli anni ’80 e ’90 – perché nascessero imprese disposte a reinvestire parte degli utili in azioni di contrasto alla povertà.

E voi avete pensato ad un mercatino?
Guardandoci attorno avevamo constatato che nella nostra città si facevano tanti mercatini, di ogni genere, e alla gente piaceva frequentarli. Perché non provarci anche noi? La materia prima ingombrava da sempre le nostre cantine: oggetti, abiti, cose curiose, raccolte di vario genere, libri, mobili. Tutto quello che faceva al caso nostro! L'iniziativa prese subito piede, perché le persone si passavano la voce tra loro. Anche per questo abbiamo chiamato il mercatino “Passaparola”.

In quanti siete a gestirlo?
Il mercatino può contare sulla collaborazione stabile di una quindicina di persone. Abbiamo idee politico e religiose diverse; ci accomuna il desiderio di fare qualcosa di utile per gli altri.

Chi sono i vostri “clienti”?
I più vari: collezionisti; persone benestanti in cerca di qualche pezzo “antico”; badanti o cittadini stranieri che vengono per acquistare qualcosa di utile a prezzi di favore.

Persone con esigenze differenti, se non divergenti!
Per tutti c'è la stessa attenzione e accoglienza! Scopriamo che ogni incontro è un'occasione per creare comunione fra le persone. Comunione di beni aperta ai bisogni del prossimo ma anche comunione di idee e di valori. Un modo per educarci vicendevolmente alla sobrietà e alla condivisione, tanto che il mercatino è diventato un punto di incontro per la gente del quartiere e non solo, quasi un appuntamento fisso per molti.

Giuridicamente cosa siete?
“Passaparola” è espressione locale dell’Associazione AMU, acronimo di Azione per un Mondo Unito, organizzazione non governativa che opera nella cooperazione, formazione ed educazione allo sviluppo.

Come impiegate “gli utili” dell’attività?
Principalmente a sostegno di vari progetti nel Sud del mondo, ma anche per dare risposte concrete alle povertà locali.

Cos'è che riesce a fare sempre nuovo il vostro impegno?
Lo stupore per una “misura traboccante” di generosità che ogni giorno alimenta il mercatino e crea un circolo virtuoso e solidale.